Caduti in disuso il 31 dicembre 2001, i gettoni telefonici sono diventati un vero e proprio cimelio da collezionare, in quanto testimoni di un’epoca tramontata ma comunque ancora molto vicina a noi. Sono tantissimi gli appassionati collezionisti di tutto il mondo che vanno letteralmente a caccia dei token più famosi del mondo. Non stupisce quindi che in alcuni casi i gettoni telefonici abbiano acquistato un valore di mercato davvero eccezionale, motivo per il quale, in un certo senso, sono diventati anche forma di investimento alternativa. Vediamo allora qual è il valore di mercato dei gettoni telefonici da collezione, quali sono i criteri per valutare il valore di un gettone, come pulirli e una rapida guida alla vendita dei token.
Qual è il valore di un gettone telefonico da collezione?
Oltre ad essere il simbolo di un’epoca oramai tramontata, dove telefonare era un’attività non sempre alla portata di tutti, i gettoni telefonici sono anche un fenomeno interessante dal punto di vista socio economico poiché rappresentano un raro esempio di moneta non emessa dalla Zecca di Stato. Proprio per questo, quindi, non potevano essere utilizzati come moneta di scambio anche se, in alcuni precisi momenti, ad esempio negli anni ‘70 con la crisi degli spiccioli i gettoni acquistano lo status di moneta di scambio, con l’attribuzione del valore di 200 lire, valore che ha conservato fino al suo definitivo ritiro dalla circolazione. Prima di osservare da vicino quale sia il valore dei gettoni telefonici occorre fare una precisazione: quando parliamo di valore, infatti, dobbiamo sapere che occorre distinguere tra il valore in senso di “equivalenza in denaro” e il valore in senso collezionistico. Nel primo caso, al gettone corrisponde un valore in denaro, mentre nel secondo caso, il valore è determinato dalla sua storicità e soprattutto dalla sua rarità.
È proprio il suo valore storico a interessarci in questa sede, poiché è il parametro che determina il costo del gettone sul mercato antiquario. Naturalmente in base al corsi degli eventi e al trascorrere del tempo, il gettone telefonico ha modificato e cambiato il suo valore e per comprendere quanto possa essere quello attuale è opportuno ripercorrere le tappe più salienti della storia dei gettoni.
In Italia, il primo gettone telefonico – realizzato a modello dei gettoni telefonici che già da qualche anno venivano utilizzati in America – compare nel 1927 ed è coniato dalla Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda (STIPEL). Questi primi gettoni, composti da una lega di nichel, zinco e rame, in verità, potevano essere utilizzati solamente all’interno della Fiera Campionaria di Milano, organizzata in quello stesso anno.
L’idea fu accolta con grande entusiasmo e i gettoni uscirono dalla Fiera per cui erano stati pensati e si diffusero ben presto in tutta Italia. Sarà la TETI (Società Telefonica Tirrena), industria romana a realizzare nel 1935 il primo gettone telefonico provvisto di 3 scanalature che poteva adattarsi a tutte le cabine telefoniche pubbliche sparse sul territorio italiano. Su una delle due facce del gettone era riportato l’anno (espresso a quattro cifre) in cui era stato coniato.
Intorno alla fine degli anni ‘50 e fino alla fine degli anni 80 (per la precisione tra il 1959 e il 1984) furono coniati la maggior parte dei gettoni ancora oggi circolanti nel mercato collezionistico. Il valore di alcuni gettoni coniati in questo lasso di tempo è inferiore rispetto ai gettoni coniati negli precedenti, proprio perché in questo periodo iniziarono a diffondersi le schede telefoniche plastificate (anch’esse oggetto di collezione da parte di tantissimi appassionati!), tuttavia non mancano le sorprese e alcuni gettoni di questo periodo possono avere un valore davvero molto alto.
Fin dall’anno del primo conio i gettoni sono stati prodotti da moltissime industrie italiane e alcuni di essi sono delle vere e proprie rarità. Vediamo la lista dei gettoni da collezionare e il rispettivo valore in euro:
- Gettone STIPEL: molto raro, proprio perché è stato il primo gettone coniato in Italia. Su un lato del gettone compaiono due scanalature e una cornetta, oltre alla sigla e all’anno di produzione, 1927 anno V (dell’era fascista). Sull’altro lato del gettone compare una sola scanalatura e il nome completo della società. Mediamente, il prezzo dei gettoni STIPEL si aggira tra i 40 e i 50 euro, ma in alcuni casi (errori, imperfezioni), il prezzo può arrivare fino a 180 euro.
- Gettone TIMO: i gettoni Timo furono coniato dalla società Timo di Bologna. Sulla prima faccia, tra le due scanalature, compaiono, in ordine: l’anno del primo coniò (il 1928), la sigla della società telefonica (la TIMO) e l’anno dell’era fasciata (l’anno VI). Sull’altra facciata, quella dove compare una sola scanalatura, invece, compare il nome completo della società: Telefoni Italia Media Orientale. Questi gettoni sono molto rari e il loro prezzo non è inferiore ai 150 euro, mentre in alcuni casi può arrivare fino a 200 euro.
- Gettoni TELVE: coniati in ottone nel 1932 dalla società veneta Telve, questi gettoni sono davvero rarissimi. Il gettone presenta una sola scanalatura sia sul recto che sul verso posizionata, a differenza degli altri, in posizione verticale. Su una facciata compare il nome completo della società (Società Telefonica delle Venezie), mentre sul verso compare un disco combinatore. Il valore antiquario arriva a toccare i 250 euro.
- Gettoni SET: i gettoni furono coniati dalla società napoletana SET nel 1934 e presentano il dritto e il rovescio praticamente identici: l’acronimo della società compare al centro del gettone, all’interno di un cerchio sovrastato dal nome completo della società (Società Esercizi Telefonici). In basso è presente una stella a cinque punte sormontata da una corona con triangoli alternati a 8 e 11 raggi. Il prezzo varia da 70/80 euro fino ad arrivare, in alcuni casi a 180 euro.
- Gettoni TETI: coniati a Roma a partire dal 1935, questi gettoni presentano sul dritto l’acronimo della società, su reticolato a quadretti, mentre sul rovescio compare un disco combinato anch’esso con fondo reticolato a quadretti. Il suo valore medio è tra i 40/50 euro, ma quando è in buone condizioni il suo valore può arrivare anche a 200 euro.
- Gettoni E.S.M.: questi gettoni furono coniati a partire dal 1959 dall’officina milanese Emilio Sensi. Fino al 1971 l’officina deteneva il monopolio della produzione di gettoni, tuttavia, a partire dal 1980 e fino all’introduzione delle carte telefoniche i gettoni vennero anche coniati da altre officine, motivo per cui i gettoni coniati dalla E.S.M. porteranno un marchio differente per distinguersi dagli altri. Data l’elevato numero di gettoni prodotti, sul mercato antiquario i gettoni E.S.M. hanno un valore nettamente inferiore. I gettoni presentano due scanalature e al di sotto compaiono quattro cifre che corrispondono all’anno e al mese di conio. Solitamente il valore medio di questi gettoni si aggira intorno ai 15/20 euro, ma se compare anche la sigla dell’officina, il valore può arrivare fino a 50/60 euro.
Come varia la rarità e il valore di un gettone telefonico: parametri da considerare
Ora che abbiamo visto quali sono i valori di mercato dei gettoni è interessante comprendere quali siano i parametri che possono determinare il suo valore. Questo spiega, infatti, perché vi sia molta differenza di valore tra un gettone e l’altro e, talvolta anche tra gettoni della stessa serie e dello stesso tipo. Per comprendere quanto possano incidere determinati valori, forse è opportuno vedere quali siano questi parametri da tenere in considerazione e che aiutano a capire se ci si trova di fronte a un gettone raro o meno.
Il primo elemento fondamentale da tenere in considerazione è la data.
Ogni gettone riporta elementi utili alla datazione del pezzo (anno e mese), naturalmente, i gettoni più antichi avranno indubbiamente un valore di mercato superiore, perché in circolazione ce ne sono sicuramente molti di meno rispetto a quelli che sono stati coniati più tardi.
Altro elemento da considerare per determinare il valore di un gettone è la presenza di alterazioni, difetti, o errori di fabbricazione. Può sembrare strano, ma più un gettone presenta imperfezioni e più il suo valore cresce. Questo discorso vale anche per i gettoni più recenti. Ad esempio: lettere non perfettamente leggibili, punteggiatura saltata, scanalature non ordinarie ecc. tutti questi elementi (sono solo alcuni) concorrono ad aumentare il valore di mercato dei gettoni.
Infine, altro elemento importante per la stima di un gettone è il suo stato di conservazione: più un gettone si presenterà in buone condizioni (assenza di graffi, scalfiture ecc.) più il gettone aumenterà il suo valore.
Come pulire i gettoni telefonici prima di venderli
Se dopo aver letto queste righe avete rovistato nei cassetti dei vostri nonni e vi siete accorti di possedere un gettone raro e volete venderlo allora dovete assicurarvi che rispetti tutti i criteri di rarità che abbiamo visto sopra. In merito allo stato di conservazione, tuttavia, è possibile intervenire migliorando l’aspetto del gettone. Infatti, se non è possibile intervenire eliminando graffi, scalfiture e ogni altra traccia di usura, è possibile però donare brillantezza e lucidità al proprio gettone cosicché sperare che possa essere acquistato da qualche appassionato collezionista.
Attenzione a non esagerare però: talvolta infatti, anche se una moneta è antica ma troppo lucida non viene apprezzata sul mercato proprio perché la patina del tempo è fondamentale per donare valore a un oggetto (gettoni compresi!).
Per pulire almeno un po’ il gettone, prima di venderlo, potrebbe essere buona prassi quella di spazzolare la moneta con uno spazzolino in modo da togliere eventuali incrostazioni e la polvere in eccesso. Per lo sporco più difficile è possibile utilizzare un po’ di acqua, ma non è mai consono servirsi di acidi o materiali lucidanti che potrebbero intaccare se non addirittura rovinare il gettone. Infine è sempre consigliabile asciugare il gettone appena lavato con un panno morbido senza strofinare eccessivamente le facce del gettone.
Guida alla vendita di un gettone telefonico: come e dove trovare acquirenti
Sia che vogliate vendere, sia che vogliate acquistare i gettoni da collezione, il punto di riferimento è sempre il web. Le piattaforme di e-commerce sono infatti un buon punto di partenza per tutti coloro che desiderano trovare i gettoni e le rarità a disposizione. Prima di cimentarsi nell’acquisto di un gettone, è consigliabile iniziare a farsi un giro sulle piattaforme più conosciute come ad esempio e.bay e i marketplace di alcuni social network dove è possibile anche comunicare con esperti e appassionati del settore. In questo modo potrete prendere confidenza con le monete e le differenti tipologie e sarà possibile anche comprendere il prezzo medio di mercato.
In alternativa consigliamo anche di visionare il sito Nomisma, il sito più famoso dedicato alle aste e alla numismatica oppure Aste Bolaffi, specializzato in numismatica. Ricordate che, di solito, le monete e i gettoni vengono venduti in lotti, pertanto, a volte, per accaparrarsi la moneta interessata si dovrà procedere con l’acquisto dell’intero lotto.