Quali sono le ultimissime notizie e novità relative alle pensioni Quota 96 nell’ambito della scuola? Cercheremo di fornire le ultimissime notizie sulla pensione, sulle novità della legge 104, sulla CGL e sui ricorsi dei docenti.
Quota 96 è una tipologia di pensione anticipata riservata a specifiche categorie di lavoratori tra cui gli insegnanti della scuola pubblica vigente prima della Legge Fornero. La quota in questione, dunque, rappresentava uno dei parametri fondamentali per il conseguimento della pensione di anzianità secondo la disciplina che vigeva prima del 2011, ossia prima della già citata Legge Fornero. Con la dicitura Quota 96 si intendeva il valore formato dalla somma tra età anagrafica ed anzianità contributiva necessaria per conseguire la pensione per i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato. Questa disciplina non è più in vigore nel 2024 perché è stata da qualche tempo sostituita dalla pensione anticipata, un trattamento previdenziale che può essere conseguito indipendentemente dall’età anagrafica da parte dei lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria e da nuove direttive introdotte con la Riforma Fornero. Sembra, però, che sia in atto una rivalutazione del vecchio sistema che verrebbe riconsiderato attraverso la Quota 100. Vediamo, dunque, le novità introdotte negli ultimi tempi che toccano su vari aspetti, le pensioni, la scuola e la Legge 104.
Ultimissime notizie pensione scuola Quota 96: le garanzie richieste dalla CGIL
Le ultimissime novità in termini pensionistici hanno visto l’affermazione della Quota 100, una nuova tipologia dedicata anche agli insegnanti della scuola pubblica. La nuova modalità consente ai lavoratori di richiedere il pensionamento anticipato nel momento in cui si hanno determinati requisiti. Parliamo di un sistema che si avvicina molto alla Quota 96 vigente prima del 2011 con una differenza nella combinazione di età anagrafica e anni di contributi. Il vecchio sistema abrogato dalla Riforma Fornero, dunque, è ritornato sullo scenario politico italiano portato alla ribalta da Di Maio e Salvini.
La combinazione nuova a cui abbiamo accennato dovrebbe prevedere l’età minima di 64 anni unita a 36 anni di contributi, un’età di 65 anni con 35 anni di contributi o 66 anni con 34 anni di contributi. La somma degli elementi in gioco dovrà essere pari a 100. Torna anche l’opzione donna nonché l’approvazione di misure dedicate ai lavoratori con lavori usuranti. Soffermiamoci, però, sull’argomento di nostro interesse oggi, un possibile ritorno alla Quota 96 anche se con accorgimenti e modifiche. I dipendenti della scuola pubblica possono avere accesso alla Quota 100 e alle forma di pensionamento anticipato dopo che il MIUR ha pubblicato sul sito ufficiale una circolare relativa all’attuazione del decreto legge del 28 gennaio 2024. Il personale scolastico e i dirigenti scolastici, dunque, hanno potuto presentare domanda di cessazione dell’attività lavorativa per pensionamento anticipato entro il 28 febbraio 2024 con decorso a partire dal 1° settembre 2024. Quali sono i requisiti necessari per avere accesso alla pensione anticipata? Il personale scolastico alla data 31 dicembre 2024 dovrà avere minimo 62 anni e un’anzianità contributiva di minimo 38 anni per approfittare della Quota 100.
Per quanto riguarda la copertura finanziaria, il governo Conti-Salvini- Di Maio parla di 5 miliardi all’anno per superare la Legge Fornero e dare nuove possibilità ai lavoratori della scuola mentre l’Inps applica una stima di 14-15 miliardi. Il ritorno ad un sistema simile a Quota 96 potrebbe prevedere una doppia possibilità per il lavoratore. La vecchia quota in vigore fino al 2011, infatti, prevedeva che il lavoratore potesse scegliere tra maturare la quota nel 2011 con un’età minima di 60 anni e almeno 35 anni di contributi per i lavoratori dipendenti e raggiungere quota 97 con età minima di 61 anni e 35 anni di contributi per lavoratori autonomi oppure maturare nel 2011 un’anzianità di contributi pari a 40 anni indipendentemente dall’età. Simulando questo sistema e introducendo Quota 100 verrebbe ridotto a 4 il Gap di aumento tra età e anni di contributi per poter accedere alla pensione. Le ultime novità vedono, dunque, abbandonare l’attuale sistema che si basa sui requisiti di 43 anni e 3 mesi nel 2024 e 43 anni e 6 mesi nel 2024 per potare l’età contributiva a 41 anni per tutti (un anno in più rispetto a Quota 96).
Per quanto riguarda le ultime notizie sulle pensioni del personale scolastico, le domande inoltrate per usufruire della quota 100 sono state circa 20 mila e dal 1° settembre partirà il pensionamento. Coloro che matureranno i requisiti dopo il 31 dicembre 2024, invece, dovranno attendere settembre 2024 per poter accedere alla pensione. La FLC CGIL ha richiesti specifiche garanzie perché la certificazione del diritto di pensione avvenga nei tempi per poter consentire il pensionamento entro la data stabilita, 1° settembre 2024, e per garantire un regolare turn over per l’inizio del nuovo anno scolastico. Altre richieste avanzate dalla CGIL propongono uno snellimento del sovraccarico di lavoro straordinario che cadrà, sicuramente, sulle segreterie delle scuole. Tra le proposte troviamo la convocazione dei tavoli congiunti sindacati, INPS e Amministrazione periferica per avviare una ricognizione della situazione territoriale volta all’individuazione e al superamento delle criticità scolastiche, il fornire le stesse indicazioni a tutte le regioni per la sostituzione del personale e la convocazione di un tavolo congiunto MIUR, INPS e Organizzazioni Sindacali.
Ultime notizie Legge 104 e Quota 96 in ambito scolastico
La Legge 104 per i Quota 96 della scuola è il riferimento legislativo relativo all’assistenza, all’integrazione e sociale e ai diritti delle persone handicappate. Per poter usufruire delle agevolazioni e dei permessi previsti dalla Legge occorre avere un handicap grave come minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali in situazioni stabili o di progressivo peggioramento che comporta difficoltà di apprendimento e integrazione. Per poter usufruire delle agevolazioni previste dalla Legge 104 occorrerà presentare all’Inps un certificato medico che attesti la disabilità, il grado e la natura in modo tale da poter stabilire diritti economici e previdenziali. La Legge 104 tutela non solo chi presenta un handicap ma anche i parenti che si occupano di una persona disabile. Tale Legge, per esempio, in ambito scolastico consente agevolazioni al personale ATA che deve assistere un familiare disabile in condizioni di gravità. Nello specifico, i dipendenti ATA possono fruire di tre giorni di permesso anche ad ore (oltre che a giorni), per un massimo di 18 ore mensili.
I dati relativi ai permessi 104 utilizzati dal personale scolastico devono essere comunicati solitamente entro il mese di marzo di ogni anno ma, a causa di malfunzionamenti del sistema, nel 2024 è stato possibile inviare i dati fino al 30 aprile. Le scuole sono obbligate a comunicare i nominativi dei dipendenti che hanno ottenuto i permessi, la tipologia di permesso di cui potrà usufruire (per se stessi o per assistenza a terzi) e, in caso di assistenza a terzi, il nominativo della persona con disabilità, il rapporto di dipendenza dall’amministrazione pubblica e il rapporto di parentela. Inoltre, la scuola è tenuta a comunicare per i permessi utilizzati dal lavoratore padre o dalla lavoratrice madre l’età del figlio se maggiorenne o di età inferiore a tre anni. Altro dato da fornire è il contingente complessivo di giorni e ore di permesso che sono stati fruiti l’anno precedente da ciascun lavoratore per ciascun mese ponendo particolare attenzione sulle ore o frazioni di ore soggette a permesso per ciascuna giornata nel mese di riferimento.
Tra i benefici della Legge 104 troviamo anche il tema pensioni e, nello specifico, l’anticipo pensionistico come accennato per i Quota 96. Al lavoratore che soddisfi i requisiti della Legge 104 verranno accordati anni contributivi maggiori a seconda del grado di invalidità. Tra i requisiti troviamo un minimo di sei mesi di assistenza precedenti alla domanda di pensione anticipata ed essere coniuge o parente di primo grado convivente della persona assistita.
Ricorsi docenti quota 96: ultime notizie sui non abilitati II Fascia
Ultime notizie relative alla scuola riportano nuovi ricorsi che verranno avanzati da quelle categorie di docenti quota 96 che sono state fortemente penalizzate negli anni passati dal punto di vista della mobilità. Illegittimità riscontrate da più fonti non hanno fatto sì che il MIUR concedesse la precedenza a determinati docenti per la scelta della sede pur avendone pienamente diritto. I ricorsi riguardano l’avanzamento di notifiche per il mancato riconoscimento dei servizi e delle precedenze e l’esito di procedure di mobilità. Nello specifico, sono in atto diversi ricorsi da parte di docenti che desiderano ottenere il diritto di precedenza ed il trasferimento perché assistono parenti (o affini fino al terzo grado), l’assegnazione temporanea triennale perché genitori di figli di età inferiore ai tre anni oppure il riconoscimento del servizio pre-ruolo che è stato svolto presso istituti paritari.
Altri ricorsi in atto sono presso il Tar del Lazio contro il vincolo quinquennale per il passaggio da posto di sostegno a posto curricolare valutando anche il servizio che si è svolto durante il precariato nel posto di sostegno e per la precedenza all’assistenza per il genitore disabile nei trasferimenti interprovinciali. Il Sindacato Asset Scuola si sta battendo, poi, per la stabilizzazione del rapporto di lavoro dei docenti precari con tre anni di servizio, dei diplomati ITI anche senza servizio, dei diplomati Magistrale Ante 2002, dei docenti abilitati per la Scuola Secondaria di primo e secondo grado anche senza servizio e dei docenti di ruolo per ottenere il passaggio in un altro ordine di istituto.
Il panorama italiano sulla scuola appare, dunque, ancora piuttosto poco stabile e incerto sia per quanto riguarda i ricorsi che l’accesso alla pensione. Si sta veramente ritornando ad un sistema simile alla Quota 96 vigente fino al 2011? Riusciranno i docenti a far valere i propri diritti attraverso ricorsi sostenuti da Asset Scuola per non permettere al MIUR di dimenticarsi di loro?