Povertà, obbedienza e castità, sono questi i tre pilastri fondamentali che guidano la vita delle suore che hanno deciso di votare la propria vita a Dio. Il convento è il luogo nel quale tutte insieme vivono svolgendo le loro attività principali, come la preghiera, sotto la supervisione della madre superiora, figura di riferimento che ne coordina tutte le attività principali.
Non sono però sempre di facile comprensione i meccanismi che si trovano dietro la gestione di queste grandi realtà. Verrebbe quindi spontaneo domandarsi come si sostiene economicamente un convento e se alle suore viene attribuito o meno uno stipendio fisso mensile per le loro attività.
Stipendio di una suora in Italia: quanto guadagna per vivere e con le attività extra?
In Italia, le suore e le monache non hanno diritto ad un introito fisso mensile in quanto figure religiose, come invece accade per i preti e per i parroci. Questi ultimi sono collegati all’ICSC (Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero) che è a sua volta collegato al CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che si occupa direttamente di assicurare loro il giusto sostentamento, anche a livello previdenziale.
In questo panorama, la figura della suora non riveste però ovviamente un ruolo secondario rispetto alle altre figure ecclesiastiche. Per assicurarsi una forma di guadagno mensile, dunque, molto spesso vediamo le suore impegnate in attività lavorative negli ambiti più disparati. Non è raro, infatti, incontrarle nelle corsie degli ospedali dove sono impegnate in qualità di infermiere; nella gestione di istituti privati scolastici in qualità di insegnanti o di educatrici o, ancora, impiegate come badanti o cameriere nell’ambito della stessa comunità ecclesiastica.
Per commisurare la paga al loro lavoro svolto all’interno della diocesi, suore o preti devono compilare un modulo apposito, chiamato P01 tramite in quale dichiarano quali sono le attività che svolgono nella loro diocesi. Sulla base di quanto dichiarato viene poi stilata una classifica di anzianità che determina lo stipendio di ognuno.
Diversamente, l’entità della retribuzione delle suore, qualora siano impegnate in un ambito lavorativo all’esterno della proprio diocesi, viene commisurata da quanto stabilito dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) e quindi in base alla categoria lavorativa di appartenenza.
Le suore cercano, però, ovviamente di produrre principalmente beni anche dalle risorse a loro disposizione all’interno del convento. Troviamo, infatti, monasteri cosiddetti poveri che riescono a stento a sopravvivere, ad esempio vendendo i prodotti del proprio orto. Altri monasteri, decisamente più fortunati dei primi, che grazie alle intuizioni e alle capacità di suore laureate in campi come l’economia, sono diventate con il tempo delle vere e proprie imprese che riescono a guadagnare.
Per ciò che riguarda invece la remunerazione della quale avranno diritto una volta in pensione, le suore fanno riferimento al Fondo Pensionistico del Clero, gestito a sua volta dall’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale). La pensione più bassa percepita è solitamente l’equivalente di una pensione sociale laica.
Come viene impiegato il guadagno delle suore?
Il guadagno delle suore, che può quindi derivare da attività interne o esterne alla propria diocesi, viene con cadenza mensile interamente consegnato alla propria comunità di appartenenza. Non solo, anche tutto ciò che queste possedevano come beni materiali prima o eventuali eredità, convogliano in una cassa comune per il sostentamento della vita della stessa comunità religiosa.
Anche l’ambito religioso, come tutti gli ambienti, ha risentito molto della pandemia causata dal Covid-19. L’isolamento forzato e la totale assenza di contatto umano ha causato una flessione di tutte le attività remunerative praticate dalle suore e che portavano quindi molti introiti al convento. Tra queste, in primis, il turismo religioso e di conseguenza le visite guidate di luoghi sacri e anche l’organizzazione di attività in centri sociali o culturali. Anche le donazioni da parte dei benefattori, che rappresentavano un introito non di poco conto, sono diminuite sensibilmente a causa della crisi economica provocata dalla pandemia.
Quanto guadagna una suora nel mondo?
Secondo i dati riportati dal sito FIDES aggiornati al 2020, in Africa e Asia negli ultimi anni si è registrato un incremento nel numero delle donne che hanno deciso di prendere i voti, mentre in continenti come l’Europa e l’America se ne è registrata invece una flessione.
Ciò che finora abbiamo appreso riguardo la vita delle suore, trova riscontro anche negli ordini religiosi che operano in paesi esteri. Le suore, avendo deciso di intraprendere un percorso di completa devozione votato alla povertà, obbedienza e castità, non beneficiano di una paga in quanto suore in sé, cosa che invece accade per i preti. Queste traggono guadagni solo ed esclusivamente dalle attività lavorative che svolgono esternamente o internamente alla comunità vivendo fondamentalmente di carità e delle donazioni ad opera di benefattori.