Il prestito pensionistico APE valido nel 2024 si presenta come una opportunità per uscire anticipatamente dal mercato del lavoro senza dover aspettare di superare i 66 anni, età prevista dalla riforma previdenziale di fine 2011 per poter andare in pensione.
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Pochi mesi fa, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha firmato un decreto dettando, così, l’inizio dell’operatività dell’Anticipo pensionistico (APE) volontaria. E’ una soluzione che assomiglia molto ad un prestito, il lavoratore potrà anticipare il momento in cui abbandonare l’attività lavorativa chiedendo un anticipo finanziario a garanzia pensionistica. I ministeri del lavoro e dell’Economia con l’Abi hanno stabilito i tassi di interesse sul finanziamento, manca ora un ultimo passaggio prima di poter partire con le domande di pensionamento anticipato. Scopriamo pian piano tutte le caratteristiche del prestito pensionistico, i requisiti per richiederlo, i tassi applicati, le modalità di rimborso e le ultime news che ci informeranno sulla tempistica con cui l’APE 2024 diventerà realtà.
News sul prestito pensionistico APE 2024
L’APE è un acronimo utilizzato per indicare il progetto sperimentale di Anticipo pensionistico nell’ambito dei prestiti per pensionati rivolti ai lavoratori che, raggiunti i 63 anni, desiderano andare in pensione. Il periodo di tempo compreso nella sperimentazione del progetto che ora approfondiremo va dal 1° maggio 2017 fino al 31 dicembre 2024. Una prima distinzione da cui partire riguarda la doppia modalità prevista dall’operazione di pensionamento anticipato. Un primo strumento è l’APE volontario, un secondo è l’APE sociale. La differenza sostanziale riguarda chi eroga il prestito al lavoratore e il conseguente rimborso. Nel caso dell’anticipo pensionistico volontario banche e assicurazioni, appoggiandosi all’Inps, erogheranno i prestiti che dovranno essere restituiti con rate di ammortamento costanti non appena gli interessati riceveranno la pensione. La durata del rimborso coinvolgerà i venti anni seguenti e, naturalmente, verranno applicati tassi di interesse che, più avanti, approfondiremo.
L’APE sociale, invece, è un sussidio pubblico erogato dallo Stato rivolto ai lavoratori che si meritano una determinata tutela. Il richiedente non subirà nessuna decurtazione sulla pensione, a differenza del lavoratore che chiederà di usufruire dell’APE volontario che si vedrà applicare una riduzione della pensione in base all’importo dell’anticipo richiesto all’intermediario finanziario che concederà il prestito. Questa differenza è dettata dalla diversa tipologia di persone a cui si rivolgono i due strumenti. L’Ape sociale, come già accennato, è pensata per quattro categorie di lavoratori, accuratamente selezionate in quanto versano in specifiche condizioni meritevoli di tutela e di maggiore attenzione da parte dell’ordinamento. Parliamo dei disoccupati, degli invalidi, dei caregivers (persone che assistono da almeno sei mesi un coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave) e dei lavoratori soggetti a lavori gravosi.
L’APE volontaria, invece, è rivolta a tutti i lavoratori che rispettano determinati requisiti contributivi e di età, stabiliti già in origine dal decreto e ben noti fin da subito. Le ultime news, invece, riguardano le decisioni prese da poco sui tassi di interesse da applicare al prestito pensionistico e sulle modalità di invio delle domande. L’Inps, infatti, dovrebbe entro il mese corrente, inviare alle sedi sul territorio le istruzioni relative all’invio della richiesta di anticipo pensionistico. In seguito si renderà noto il sistema di certificazione delle domande e si potrà accedere ad un simulatore della pensione con le rate del rimborso, utile per chiarire ulteriormente le idee su cosa il lavoratore deciderà di accettare qualora volesse uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. E’ arrivato il momento di approfondire i requisiti necessari per richiedere il prestito pensionistico APE nel 2024 per passare, poi, ai tassi applicati sul finanziamento.
Requisiti necessari per richiedere il prestito pensionistico APE
Le categorie di lavoro a cui è rivolto l’APE sociale sono già state specificate. Coloro che non rientrano in tali tipologie di lavoratori (per i quali è prevista la richiesta di un importo massimo di 1.500 euro e un requisito contributivo di 30 o 36 anni) è giusto che si informino sui requisiti richiesti per poter usufruire dell’APE volontario. Occorre che abbiamo compiuto 63 anni entro il primo maggio 2017, che maturino la pensione di vecchiaia entro 3 anni e sette mesi dalla data dell’inoltro di domanda di Ape e che siano in possesso di 20 anni di contributi. Dato che l’inoltro delle domande non è ancora partito, il diritto di accedere all’APE sarà retroattivo, come stabilito nel decreto firmato da Gentiloni. “Coloro che hanno maturato i requisiti in una data compresa tra il primo maggio 2017 e la data di entrata in vigore del presente decreto possono richiedere, entro 6 mesi dall’entrata in vigore del presente decreto, la corresponsione di tutti i ratei arretrati maturati a decorrere dalla suddetta data di maturazione dei requisiti“.
L’APE volontario può essere richiesto dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, dai lavoratori autonomi e dagli iscritti alla Gestione Separata mentre non possono accedere a questo servizio i liberi professionisti iscritti alle casse professionali. Il lavoratore che si riconosce in tali requisiti potrà avanzare la domanda di certificazione del diritto al prestito pensionistico all’Inps. Una volta ottenuta la certificazione potrà inoltrare la domanda di Ape all’istituto finanziario e all’impresa assicuratrice, scelti tra gli enti che aderiscono all’operazione, che provvederanno, poi, ad erogare il finanziamento.
Il rimborso del prestito avrà una durata massima di 20 anni con il numero delle rate pari a 260. La modalità attraverso la quale si procederà al rimborso sarà tramite trattenuta effettuata dall’Inps stesso nel momento in cui il lavoratore si vedrà erogata la pensione, compresa la tredicesima. Trascorsi i venti anni e, quindi, non appena l’intero importo verrà restituito, non saranno più applicate riduzioni sulla pensione che comincerà ad essere corrisposta per intero.
Per poter accedere al prestito pensionistico, inoltre, il lavoratore dovrà dimostrare di entrare in possesso di una pensione il cui importo, al netto della rata di ammortamento prevista per il rimborso del prestito richiesto, sia pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’Assicurazione Generale Obbligatoria. L’APE volontaria, poi, non è richiedibile per lavoratori titolari di una futura pensione diretta o di assegno ordinario di invalidità.
Un ultimo requisito è previsto dal decreto che regolarizza e disciplina il prestito pensionistico APE. Si tratta dell’assoluta necessità di sottoscrivere una polizza assicurativa obbligatoria che copra il prestito in caso di premorienza del lavoratore, quindi di morte del soggetto antecedente alla fine del pagamento del rimborso. L’assicurazione pagherà il debito residuo alla banca in modo tale che l’eventuale pensione spettante agli eredi non subisca decurtazioni.
Interessi sul prestito pensionistico e importo richiedibile
L’importo massimo richiedibile varia in relazione al periodo per cui è richiesta il prestito APE. Parliamo del 75% dell’importo pensionistico certificato se la domanda riguarda un periodo superiore a 36 mesi, dell’80% dell’importo mensile se la durata fa riferimento ad un periodo tra i 24 e i 36 mesi, dell’85% dell’importo di pensione mensile qualora la durata sia compresa tra 12 e 24 mesi e del 90% dell’importo mensile nel caso in cui la durata risulti essere inferiore a 12 mesi. L’importo minimo richiedibile è di 150 euro al mese.
Dato che, come accennato in precedenza, la rata da pagare mensilmente per restituire il prestito pensionistico non può essere superiore al 30% dell’importo mensile di pensione (inclusa la presenza di altri debiti pluriennali contratti) possiamo stimare che il richiedente in possesso di una pensione netta certificata di 2.000 euro mensili potrà chiedere un anticipo di un anno pari a circa 1.700 euro (l’85% del trattamento) per 12 mesi. L’interesse da applicare all’intero debito che si richiederà, stabilito sommando uno spread al Rendistato e la differenza tra i Cds bancari e il Cds sovrano, sarà con un tasso Taeg pari al 2,75% in fase di erogazione e al 2,85% in fase di ammortamento (compresa la copertura assicurativa obbligatoria per il rischio premorienza). Il tasso verrà aggiornato ogni 2 o 3 mesi in base all’andamento del mercato.
Sono state già rese note le banche e le compagnie assicurative che hanno accettato la convenzione. Unicredit e Banca Intesa per gli istituti di credito e Generali, Unipol, Allianz, Poste e Cattolica per le assicurazioni. Naturalmente, potrebbero aggiungersene altre prossimamente. A breve, poi, l’Inps renderà possibile l’utilizzo di un simulatore online per calcolare esattamente rata dell’APE volontaria, costi e decurtazioni. Occorre attendere la pubblicazione dei decreti attuativi. Secondo calcoli di tecnici professionisti, la riduzione dell’importo della pensioni dovrebbe aggirarsi tra il 4,2% e il 4,6% per ogni anno di anticipo pensionistico. La percentuale cambia in rapporto alla durata del prestito pensionistico.
Ad esempio, con una pensione maturata netta di 750 euro, richiedendo l’APE all’85% (638 euro) per una durata si 12 mesi si pagherà un importo rateale mensile di 55 euro netti mentre con una pensione di 2 mila euro, una richiesta del 75% dell’APE volontaria e una durata di 43 mesi, la rata mensile risulterà circa di 439 euro netti.
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Chiudiamo il nostro articolo incentrato sul prestito pensionistico APE riassumendo l’iter da affrontare non appena ci sarà il via all’invio delle domande. Il primo passo consisterà nell’ottenere la certificazione dei requisiti e nel procedere con simulazione. Seguirà una risposta entro 2 mesi, poi si dovrà procedere con l’inoltro della domanda per avere l’anticipo e occorrerà attendere una risposta entro la terza settimana del mese dopo. Infine, si riceverà il primo pagamento trascorsi altri due mesi, inclusi gli arretrati fino alla data di inizio del diritto.
La domanda potrà essere presentata dall’interessato direttamente agli sportelli dell’Inps oppure utilizzando il servizio online che verrà rilasciato solo dopo l’ufficializzazione del decreto attuativo.