In un contesto sociale, economico e demografico in continuo mutamento, le classiche pensioni di anzianità potrebbero non essere più garantite come una volta, per cui diversi istituti propongono dei piani di previdenza complementare che fungono da integrazione alla pensione pubblica. Vediamo qui Postaprevidenza Valore, il prodotto offerto da Poste Vita.
Soprattutto i più giovani sono chiamati ad affrontare nel futuro delle nuove sfide: un mercato del lavoro diventato sempre più flessibile ma anche esigente, garanzie di protezione sociale in diminuzione per via della crisi economica, andamenti demografici che andranno ad incidere sulle prestazioni pensionistiche dei prossimi decenni. Purtroppo non si tratta di sviluppi del tutto positivi, che richiedono già da ora una grande capacità di adattamento ai nuovi scenari sociali e delle abilità di pianificazione per prevenire difficoltà future. Poiché è pressoché certo che nel nostro paese le nuove generazioni non potranno fare affidamento ciecamente su una soddisfacente pensione pubblica, banche, compagnie di assicurazione ed istituti di credito si stanno muovendo per offrire delle potenziali soluzioni agli utenti. Poste Italiane, con il suo settore assicurativo di Poste Vite, ha creato un apposito strumento previdenziale, Postaprevidenza Valore, che illustriamo qui nei dettagli.
Caratteristiche e rendimenti di Postaprevidenza Valore
Con Postaprevidenza Valore di Poste Vita è possibile integrare la pensione pubblica o costruirsi una piccola rendita futura autonomamente versando una quota mensile, che andrà a rivalutarsi nel tempo e potrà essere riscossa nel futuro in età avanzata. L’entità minima dei contributi può essere pari a sole 50 euro mensili, o 600 euro annui, per cui si tratta di un prodotto accessibile per molte tipologie di utenti, ed i versamenti possono essere gestiti in maniera flessibile: si ha la libertà di variarne l’importo, possono essere temporaneamente sospesi per poi essere riattivati, possono essere integrati con una semplice procedura online. Chi intende sottoscrivere una polizza Postaprevidenza dovrà possedere un conto BancoPosta o un libretto di risparmio postale.
Vediamo ora i rendimenti del prodotto: il fondo con il quale si investe opera principalmente in obbligazioni e titoli di stato italiani, il cui rendimento più elevato si colloca intorno al 2%. La rendita di Posteprevidenza non è basata su un tasso fisso, bensì su previsioni future basate sulle prestazioni precedenti del fondo, per cui Poste Vita è in grado di garantire il capitale versato, ma nel prospetto informativo non presenta una percentuale di resa fissa. Tuttavia vengono forniti i dati sul rendimento annuo medio composto, che nel periodo dal 2010 al 2014 si è collocato sul 4,17%, con la migliore prestazione di 4,37% fatta registrare nel 2013.
Vantaggi e svantaggi del piano di previdenza
Sono numerosi i detrattori di questo tipo di polizze, che non vengono apprezzate da molti per via dei loro costi elevati e del rendimento non soddisfacente. Altri invece non le disdegnano, considerandole un prodotto che comunque contribuisce ad una rendita futura. In ogni caso, consigliamo vivamente di riflettere, informarsi e possibilmente affidarsi alla guida di un consulente prima di sottoscrivere un contratto assicurativo. Se si è convinti e bene informati, non si andrà incontro a rimorsi e problemi burocratici di estinzione della polizza.
Detto questo, Postaprevidenza Valore si propone come una delle tante polizze finalizzate all’integrazione pensionistica presenti sul mercato: non promette miracoli o rendimenti strabilianti, ma comunque la si può sottoscrivere per disporre di un capitale aggiuntivo futuro, che è comunque riscattabile anticipatamente o parzialmente. Il prodotto presenta inoltre agevolazioni fiscali ed una discreta flessibilità, anche se, una volta iniziato, sarà difficile cancellarlo definitivamente, sebbene sia sempre possibile interrompere i versamenti. Per quanto riguarda gli svantaggi, si devono citare i costi di caricamento (quelli dei prodotti di Poste Vita sono di solito superiori alla media), ovviamente le imposte sulle rendite e l’impossibilità di prevedere una rendita costante.