I Buoni del Tesoro Poliennali, detti PTP, rappresentano ad oggi una buona opportunità di investimento? Per rispondere a questo quesito che interessa tanti piccoli investitori occorre inizialmente capire come funzionano i buoni, come si forma il loro rendimento, quali sono i profili di rischio per poi valutarne la convenienza e la sicurezza. I Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli di debito (o obbligazioni) a medio/lungo termine che vengono emessi dal Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Prevedono una cedola fissa posticipata che viene pagata semestralmente. L’emissione dei Buoni ha scadenze diverse, dai 3 ai 50 anni, e il procedimento che seguono è quello dell’asta marginale, svolta due volte al mese e in settimane differenti in base proprio alla scadenza. I BTP rientrano negli investimenti sicuri caratterizzati da rendimenti non elevati e da rischi decisamente irrisori. Approfondiamo ulteriormente il funzionamento dei Buoni del Tesoro Poliennali e scopriremo, poi, se investire nei BTP è sicuro anche nel 2024.
Come funziona l’investimento odierno in BTP
Le prime caratteristiche dei Buoni del Tesoro Poliennali sono state già presentate. Cedole fisse, medio e lungo termine, scadenze differenti (3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e 50 anni), asta marginale (seconda settimana del mese per i buoni 3 e 7 anni, l’ultima settimana del mese per i BTP 5 e 10 anni e a seconda della domanda di mercato per i Buoni 15 e 30 anni). Il Ministero prima che l’asta abbia inizio ha il compito di enunciare i quantitativi che verranno emessi. Il prezzo di emissione sarà strettamente legato al meccanismo di domanda e offerta che si scatenerà durante l’asta, nella quale non avviene la partecipazione diretta dei risparmiatori. Gli ordini, infatti, verranno presi in carico da intermediari abilitati.
Il valore nominale minimo di un Buono del Tesoro Poliennale è di 1.000,00 euro e poi verranno ammessi buoni dal valore multiplo di mille. L’acquisto dei BTP si può effettuare anche nel mercato secondario, in un momento successivo rispetto allo svolgimento dell’asta, affidando l’offerta all’intermediario. Il Mercato Telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato, MOT, è il mercato secondario più importante e viene gestito dalla Borsa Italiana. Un altro mercato è MTS, Mercato Telematico dei Titoli di Stato, Gruppo London Stock Exchange, dove l’importo minimo da negoziare è di 2 milioni di euro ed è riservato a banche e grandi imprese di investimento. A questo punto del percorso che abbiamo intrapreso per comprendere il funzionamento dell’investimento nei Buoni del Tesoro Poliennali, è utile una digressione sul significato intrinseco di una obbligazione per capire a fondo il meccanismo dei BTP.
Acquistando oggi una obbligazione, l’investitore acquista una parte del debito di uno Stato o di una Società diventando creditore. La sicurezza prima vantata per i BTP è legata proprio al fatto che trattandosi di una obbligazione il rischio di perdita del capitale è legato ad un default (fallimento) dello Stato o della Società altrimenti ad una certa scadenza il creditore riotterrà il capitale sottoscritto più i rendimenti previsti dal contratto. Nel caso in cui il fallimento si attuasse, i pagamenti avverrebbero secondo un’ordine gerarchico. I primi a ricevere il capitale investito e gli interessi sarebbero i possessori di bond (obbligazioni) senior mentre i possessori di bond subordinati dovrebbero attendere. I bond, infatti, non sono tutti uguali ma presentano caratteristiche differenti ma fondamentali. Ogni obbligazione, compresi i BTP, ha un valore nominale corrispondente al capitale investito oggi e che si dovrà ottenere alla scadenza, una cedola corrispondente agli interessi periodici che l’emittente paga agli investitori, una scadenza prefissata e un emittente, lo Stato o la Società che emette le obbligazione. Nel caso dei Buoni del Tesoro Poliennali è lo Stato Italiano ad emetterli, facendoli rientrare nella categoria dei Titoli di Stato. L’investitore finanza lo Stato ricevendo in cambio interessi.
Il rendimento di cui si parla deriva da una parte dal flusso cedolare e dall’altra dalla differenza di prezzo tra la sottoscrizione o l’acquisto del titolo e il valore nominale rimborsato alla scadenza. Il prezzo della sottoscrizione è relativo all’acquisto dei BTP in asta e si parla di scarto di emissione mentre per il prezzo di acquisto si riferisce al mercato secondario. L’importo delle cedole, come detto in precedenza, è fisso e stabilito al momento dell’emissione del Buono e viene pagato posticipatamente ogni sei mesi. Ogni BTP, dunque, presenta un proprio tasso di interesse che varia in base alla scadenza e all’importo stabilito inizialmente. Per scoprire la quotazione occorre controllare il rendimento anche online accedendo, per esempio, al portale del Sole 24ore. In base alle quotazioni è possibile calcolare lo spread, fattore importante, che si presenta come la differenza tra il valore dei Titoli di Stato e il Bund Tedesco. Le quotazioni hanno il capitale garantito mentre il tasso può risentire delle variazioni che il mercato finanziario subisce. Un altro portale in cui controllare la quotazione dei propri Buoni del Tesoro Poliennali è www.borsaitaliana.it. Questa informazione permette di capire meglio la convenienza e la sicurezza dei BTP e il livello di rischio dell’investimento.
Investire oggi in BTP conviene ed è sicuro?
Quali sono i rischi a cui va incontro un investitore che sceglie di acquistare oggi i Buoni del Tesoro Poliennali? Una distinzione va fatta in base alla durata dell’investimento o meglio alla scelta di mantenere i Buoni fino alla scadenza oppure di venderli in anticipo. Il rischio minore si avrà nel primo caso e potrebbe corrispondere unicamente all’inadempienza del Tesoro nel pagamento delle cedole o nel rimborso del capitale sottoscritto. Ad un rischio maggiore andrebbe incontro chi sceglie di acquistare i BTP con l’intenzione di rivenderli prima della scadenza del contratto. In questo caso, infatti, l’investitore dovrebbe temere le oscillazioni del mercato finanziario e, nello specifico, le fluttuazioni sfavorevoli per i rendimenti che causerebbero una diminuzione del prezzo dei Buoni del Tesoro Poliennali rispetto al prezzo di acquisto all’asta o nel mercato secondario. La conseguenza sarebbe una minusvalenza per il trader che tende ad aumentare in corrispondenza alla maggiore durata della vita residua dei BTP. Questo perché le variazione dei rendimenti hanno effetti più importanti sulle obbligazioni a lunga scadenza (duration).
La sicurezza dell’investimento odierno nei BTP è legata all’attesa della scadenza dei Buoni e all’affidabilità del Tesoro. Oggi è sicuro e conveniente come qualche anno fa? I Buoni del Tesoro Poliennali sono stati un’ottima soluzione di investimento per fronteggiare periodi in cui c’era un riacutizzarsi della crisi del debito italiano. Gli interessi costanti in termini reali, il tasso cedolare annuo, l’emissione da parte del Dipartimento del Tesoro sono segnali positivi raccolti favorevolmente dagli investitori non amanti di elevati rischi. Una problematica che però emerge negli ultimi tempi è legata proprio al debito pubblico e all’aspettativa che è alla base della convenienza dell’acquisto dei BTP. Oggi, infatti, con i soldi degli investitori che acquistano i Buoni vengono finanziati quelli vecchi e la sostenibilità si avrà solamente finché ci saranno trader che decidono di ampliare il proprio portafoglio con i Titoli di Stato. I bassi rendimenti, circa il 3% in 10 anni, e i ritorni non elevati fanno pensare che i BTP siano convenienti solo se si inseriscono all’interno di un portafoglio di azioni più ampio per ridurre i rischi di perdita del capitale. I Buoni del Tesoro Poliennali, dunque, non possono essere considerati un investimento unico da compiere come qualche anno fa. Rimangono, però, nel loro “piccolo” occasioni importanti di acquisto soprattutto nei periodi di rialzo dello spread (sopra i 300 punti base) e di aumento del differenziale con il Bund tedesco. Un fattore da considerare nel momento in cui si pensa di acquistare i BTP è, poi, la volatilità dei titoli in base a come evolverà la vita politica italiana.
Diversi analisti pensano che i Buoni del tesoro Poliennali più convenienti siano quelli con scadenza breve in modo tale da ottenere un giusto compromesso tra rischio e rendimento. Questa conclusione è legata alle considerazioni precedenti sulla duration, elemento essenziale da considerare nella valutazione dell’investimento. Dati alla mano ottenuti grazie a grafici che riportano i rendimenti dei Titoli di Stato italiano attuali dimostrano, invece, come i rendimenti reali maggiori si potranno ottenere solamente acquistando Buoni con scadenze molto lontane, a partire dai 10 anni in poi. L’obiettivo degli investitori nei Titoli di Stato è veder diminuire i tassi di interesse in maniera tale da far aumentare i prezzi dei buoni. Obiettivo che sembra lontano, almeno oggi, in un momento in cui i livelli si mantengono abbastanza stabili e poco oscillatori. Gli investitori devono adagiarsi sull’idea che la nostra nazione sarà in grado di ripagare capitali e rendimenti alla scadenza del contratto e che l’Europa non consentirebbe un naufragio del Tesoro. Convinti di questo si potrebbe scegliere di investire una parte del proprio capitale nei BTP per diversificare il portafoglio. Per conoscere le aste dei Titoli di Stato basterà collegarsi al sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze e visualizzare il calendario con l’esatto collocamento dei BTP e l’andamento in Borsa.