Con la legge di stabilità per il 2016 il Governo ha varato una serie di misure finalizzate a confermare i buoni risultati ottenuti nello scorso anno nel settore dell’efficienza energetica. Anche per i prossimi 12 mesi, i contribuenti potranno sfruttare le agevolazioni su ristrutturazioni, manutenzioni, acquisto di elettrodomestici di classe A e bonifiche. Nello specifico, focalizziamo qui l’attenzione sull’ecobonus, ossia le facilitazioni statali per l’efficientamento energetico dell’abitazione.
Perché è importante ridurre gli sprechi energetici
Negli ultimi decenni si sono sviluppati degli approcci di efficienza energetica in ambito domestico che non si concentrano tanto sullo sviluppo della potenza del sistema di riscaldamento dell’abitazione, quanto sulla qualità di infissi e materiali di isolamento, in modo da contenere efficacemente il calore prodotto all’interno della casa, non disperderlo all’esterno e ridurre gli sprechi energetici. Le risorse vengono quindi impiegati su ricerca ed innovazione nel settore del risparmio di energia, in linea con le direttive imposte ai governi dall’Unione Europea, sempre più sensibile nei confronti dell’impatto provocato degli eccessivi consumi energetici sull’ambiente. Nel caso del nostro paese si è deciso di prorogare le agevolazioni sino al 31 dicembre del 2016, sia per stimolare il comparto dell’edilizia, promuovendone la competitività mediante lo sviluppo tecnologico, che per incentivare i cittadini a modificare la propria abitazione rendendola più efficiente dal punto di vista del risparmio energetico. Inoltre, con queste misure il Governo intende conseguire gli obiettivi nazionali nel settore ambientale, recependo le direttive comunitarie ed evitando di incorrere in pesanti sanzioni da parte dell’UE, l’infrazione delle quali può essere punita con multe alquanto salate che vanno a gravare sul bilancio dello Stato.
Uno degli interventi domestici più riqualificanti in quanto ad efficienza energetica è la sostituzione degli infissi. Le tradizionali strutture in legno non consentono infatti di conservare il calore interno, che viene disperso facilmente, fatto che porta ad una conseguente necessità di aumentare il consumo di energia e ad un circolo vizioso poco sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sul piano del bilancio familiare. Gli infissi di nuova generazione in PVC, oltre ad essere realizzati con materiali eco-compatibili, possiedono la capacità di garantire un ottimo isolamento termico ed acustico, riducendo quindi la dispersione di calore. Si tratta tuttavia di un prodotto piuttosto costoso e non tutti, soprattutto in un periodo di crisi, sono disposti ad affrontare dei costi così alti; è per questo che lo Stato ha deciso di intervenire erogando delle agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali. Vediamo qui di seguito come funzionano.
Ecobonus per la riqualificazione energetica domestica: a chi spetta?
Chi intende usufruire dell’ecobonus nel prossimo anno, ed esempio sostituendo gli infissi, potrà beneficiare in detrazioni dall’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Di norma, è la ditta incaricata ad effettuare l’intervento di ristrutturazione a seguire l’intera procedura, presentando in banca i formulari e la conferma di avvenuto pagamento. Ai contribuenti verranno assegnate così delle detrazioni fiscali ripartite in 5 o 10 anni, pari al 65% della spesa sostenuta. Ipotizzando che una famiglia abbia acquistato delle nuove finestre in PVC spendendo 6000 euro, potrà godere di un’agevolazione fiscale annua di 600 euro per i prossimi 10 anni.
L’ecobonus non si applica sono agli infissi: può interessare anche l’acquisto e l’installazione di pannelli solari, ulteriori interventi finalizzati al miglioramento termico dell’abitazione (sostituzione di pavimenti, coibentazione) e la modifica delle schermature solari e le chiusure oscuranti (come le persiane) per somme non superiori ai 60.000 euro; per quanto riguarda l’eventuale sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale, il tetto massimo è stato impostato sui 30.000 euro.
Gli incentivi statali riguardano anche interventi di ristrutturazione estesi all’intero edificio condominiale per un massimale di spesa non superiore ai 100.000 euro.