I CTZ, Certificati del Tesoro Zero coupon, sono titoli di Stato emessi dal Tesoro. I titoli di Stato, in linea generale, sono obbligazioni con emissione periodica volte a finanziare il debito pubblico e disporre di denaro sufficiente per lo svolgimento delle attività. Lo Stato, dunque, si rivolge ai risparmiatori per farsi “prestare” i soldi garantendo il pagamento di interessi e la restituzione dei risparmi dopo un determinato lasso di tempo. Investire in titoli di Stato rappresenta una interessante opportunità per chi desidera rischiare poco e, nello stesso tempo, assicurarsi un rendimento, anche se non elevato. Il minor rischio deriva dal fatto che è piuttosto difficile che uno Stato fallisca e, di conseguenza, l’investitore ha la sicurezza di vedere restituito il proprio capitale allo scadere del contratto. Esistono sei tipologie di Titoli di Stato, i Buoni ordinari del Tesoro, i Btp Italia, i Certificati di Credito del Tesoro, i Buoni del Tesoro Poliennali, i Buoni del Tesoro Poliennali Indicizzati all’inflazione europea e i Certificati del Tesoro Zero coupon. Oggi approfondiremo la conoscenza proprio con i CTZ, scoprendo cosa sono, qual è il rendimento previsto, l’emissione, l’asta e la tassazione applicata.
Cosa sono i CTZ (Certificati del Tesoro Zero coupon): qual è il rendimento e la tassazione
I Certificati del Tesoro Zero coupon, abbreviati con la sigla CTZ, sono Titoli di Stato emessi in determinati periodi che presentano una durata pari a 24 mesi. Per questo motivo sono collocati nella categoria delle obbligazioni a breve termine, sicure ma con bassi tassi di remunerazione. Una caratteristica in particolare permette di porre l’accento sull’unicità dei CTZ. I Titoli sono, allo stesso tempo, bond pluriennali (come i Btp) e senza cedola (come i BoT). In molti sanno che ad oggi anche i Titoli “non Zero Coupon” non hanno più le cedole, intese come cambiali da staccare alla scadenza periodica per riscuotere gli interessi di quel periodo passato. La forma cartacea, infatti, non esiste più e tutti i Titoli di Stato risultano dematerializzati con accredito diretto sul conto corrente delle cedole sottoscritte. La formula Zero Coupon, invece, non ha mai previsto cedole da staccare in quanto il ritiro degli interessi è previsto solamente al termine del contratto.
L’assenza delle cedole garantirà all’investitore di ottenere alla scadenza un capitale maggiore in modo verosimile rispetto a quello investito inizialmente. La differenza sarà equivalente al suo margine tenendo conto della durata dei Certificati del Tesoro Zero coupon. La scadenza, infatti, potrà essere modificata durante l’asta di apertura. Questa caratteristica dei CTZ consente di calcolare il rendimento in maniera semplice dato che occorrerà solamente procedere con il calcolo della differenza di prezzo tra il finale di rimborso e quello di acquisto e rapportarla con il capitale investito e l’anno di riferimento. L’investitore dovrà, però, tener conto delle spese relative al collocamento del titolo che sono apri allo 0,15% del capitale investito inizialmente e dell’aliquota fiscale del 12,50% che viene applicata al rendimento. La tassazione, dunque, risulta essere agevolata rispetto a quella del 26% che, generalmente, viene applicata agli strumenti finanziari.
I Certificati del Tesoro Zero coupon, dunque, attirano gli investitori non amanti del rischio con la sicurezza data dal basso rischio di insolvenza e con la tassazione inferiore rispetto ad altri prodotti presenti sul mercato che presentano stessa durata e rendimento lordo. Rendimento che, ribadiamo, è basso data la breve scadenza, la bassa percentuale di rischio e la presenza di imposte e commissioni che abbassano ulteriormente i guadagni approssimandoli allo zero. Il guadagno non elevato risulta ben chiaro nel momento in cui si definiscono i tre fattori che determinano i rendimenti di un Titolo di Stato. Parliamo del reddito generato, del capitale investito e del tempo impiegato, ossia la durata dell’operazione.
Possiamo avanzare un esempio di rendimento citando i Certificati del Tesoro Zero coupon con scadenza giugno 2024. La richiesta è stata di 3,55 miliardi di euro che corrispondono ad un rapporto di copertura di 1,58, in salita rispetto l’asta di maggio in cui il rapporto è stato di 1,46%. Il rendimento è, invece, sceso da 0,818% allo 0,431% con il rendimento netto che risulta essere dello 0,344%.
Emissione e asta dei CTZ: come funziona?
Investire nei Certificati del Tesoro Zero coupon è una soluzione ricercata dai risparmiatori che desiderano tutelare il proprio denaro, ottenere un minimo rendimento da un minimo rischio e vincolare i soldi per un periodo breve come 24 mesi. La gestione dei risparmi risulta essere, dunque, semplice data l’assenza di cedole da staccare periodicamente che comporterebbero scelte continue da parte dell’investitore sull’impiego del denaro. Detto questo, vediamo come procedere con l’acquisto dei CTZ, come avviene l’emissione e dove.
L’emissione dei CTZ avviene attraverso un’asta marginale che viene stabilita in via discrezionale in base al prezzo di aggiudicazione e al quantitativo che verrà emesso sul mercato. In seguito all’emissione, gli investitori risparmiatori dovranno rivolgersi ad operatori istituzionali autorizzati come le banche e gli uffici Postali oppure al mercato secondario. L’esecuzione delle operazioni di collocamento dei Certificati del Tesoro Zero coupon ricordiamo che sono affidate alla Banca d’Italia. Per capire meglio l’emissione e l’asta dei CTZ spieghiamo le regole generali dello svolgimento di un’asta di Titoli di Stato.
L’asta si svolge alla presenza di un funzionario della Banca d’Italia e di un funzionario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, chiamato ufficiale rogante il cui compito è verificare la regolarità dello svolgimento dell’asta rappresentando la figura del Ministro. Gli operatori abilitati possono inviare le domande relative all’emissione dei Titoli anche in modalità telematica tramite la Rete Nazionale Interbancaria. Ogni operatore può inviare al massimo tre domande per ogni titolo offerto entro le ore 11,00 del giorno dell’asta. Superato questo orario, il sistema rifiuterà le domande inoltrate. Dopo le ore 11,00, il funzionario della Banca d’Italia potrà decodificare le domande attraverso una chiave informatica dando il via a procedure automatiche che procederanno ordinando le richieste in ordine decrescente di prezzo oppure crescente di rendimento. Alla fine si avrà un tabulato riassuntivo che rappresenterà una parte fondamentale del verbale d’asta sottoscritto dal rogante e dal funzionario della Banca d’Italia. Al termine ci sarà anche un comunicato stampa con le notizie più importanti per il mercato. Dallo svolgimento generale si può passare all’asta specifica per i CTZ, l’asta marginale. Questa prevede che le richieste vengano aggiudicate tutte quante ad uno stesso prezzo, chiamato prezzo marginale.
Ogni operatore può inviare non più di cinque domande che dovranno essere differenziate nel prezzo di almeno un centesimo di punto. La richiesta minima è di 500 mila euro mentre l’importo massimo è relativo al quantitativo offerto dal Tesoro in asta. Il prezzo marginale si determina sulla base della soddisfazione delle offerte, ordinate dal prezzo più alto fino a raggiungere una parità tra quantità domandata e quantità offerta. Il prezzo dell’ultima domanda che sarà soddisfatta determinerà il prezzo margine. Oltre al prezzo margine, nelle aste dei Certificati del Tesoro Zero coupon troviamo anche un prezzo di esclusione al di sotto del quale le domande di sottoscrizione non verranno prese in considerazione. Questo per evitare l’immissione di domande speculative. Il calcolo del prezzo di esclusione viene determinato sottraendo 200 punti base al prezzo medio ponderato calcolato con una formula predefinita. Il Decreto d’emissione dei Certificati del Tesoro Zero coupon, poi, sancisce dal principio i termini del collocamento supplementare riservato agli specialisti in Titoli di Stato. Nello specifico, si solito agli specialisti è riservata una percentuale del 30% della quantità assegnata nell’asta ordinaria per la prima tranche e del 15% per le seguenti.
Le aste per la collocazione dei CTZ avvengono una volta al mese, contemporaneamente all’asta dei Btp. Per conoscere la data precisa basterà consultare il sito internet del debito pubblico, www.dt.tesoro.it/it/debito_pubblico/. Nello stesso portale si potranno ottenere informazioni sulle comunicazioni delle emissioni CTZ e sui risultati delle ultime aste dei Certificati del Tesoro Zero coupon.
Le commissioni di collocamento previste per i Certificati del Tesoro Zero coupon, titoli soggetti al regime di dematerializzazione, ammontano allo 0,15% del capitale sottoscritto e vengono retrocesse dal Tesoro agli intermediari finanziari al momento della sottoscrizione. Di conseguenza, gli intermediari dovranno applicare alla clientela il prezzo d’asta senza l’aggravio delle commissioni. Per quanto riguarda il taglio minimo, i CTZ potranno essere sottoscritti per un valore nominale minimo di 1.000,00 euro o multipli della suddetta cifra.
In conclusione, la scelta di investire nei Certificati del Tesoro Zero coupon è dettata delle esigenze e dagli obiettivi del risparmiatore. I CTZ si rivelano utili per gestire facilmente i risparmi tenendoli al sicuro dato che una perdita del capitale si potrebbe avere solo in seguito al fallimento dello Stato italiano. D’altra parte, legato ai Certificati del Tesoro Zero coupon c’è uno svantaggio derivante dall’inflazione. Essendo titoli per i quali non sono previste cedole, l’investitore dovrà mantenerli bloccati fino alla scadenza non potendo tutelarli da periodi di forte crescita dei prezzi che potrebbero determinare un capitale nominale dal poter di acquisto inferiore rispetto a quello atteso nel momento della sottoscrizione dei Titoli. I rendimenti, poi, risultano essere decisamente bassi risultando un altro elemento su cui deve soffermare l’attenzione l’investitore che deve scegliere quale strumento finanziario utilizzare per soddisfare le proprie necessità. I Certificati del Tesoro Zero coupon sono la soluzione alle vostre esigenze?