I contributi volontari Inps per la pensione nel 2024 sono argomento di interesse per un numero sempre più elevato di persone che sentono l’esigenza di incrementare il trattamento pensionistico. Nel 2024, le persone che sono rimaste senza lavoro a pochi anni dalla pensione o che desiderano integrare il vitalizio per cercare di condurre una vita agiata nel momento in cui si esce fuori dal mercato del lavoro, possono effettuare versamenti volontari andando a sostituire o ad incrementare i pagamenti effettuati dal datore di lavoro.
Lo scopo dei contributi Inps, dunque, è il perfezionamento del diritto di pensione che può essere richiesto dai lavoratori iscritti alla gestione separata, da chi ha cessato o interrotto l’attività lavorativa e dai lavoratori che risultano in possesso di determinati requisiti. Parliamo del possesso di minimo 5 anni di contributi (260 contributi settimanali oppure 60 contributi mensili), senza tener conto della collocazione temporale dei contributi versati, oppure di minimo 3 anni di contributi nei cinque anni precedenti alla data di presentazione della domanda. I lavoratori dipendenti vedranno autorizzata la prosecuzione volontaria a partire dal primo sabato successivo alla presentazione della domanda mentre i lavoratori autonomi, come artigiani e commercianti, dovranno attendere il primo giorno del mese seguente all’inoltro della richiesta. Qualora la domanda venisse presentata prima dell’avvenuta cessazione dell’attività lavorativa (dipendente o autonoma), l’autorizzazione al pagamento partirebbe dal mese successivo alla fine del rapporto di lavoro subordinato oppure alla cancellazione del nominativo dagli elenchi dei lavoratori autonomi. Dopo aver chiarito chi può usufruire dei contributi volontari Inps per la pensione addentriamoci nei dettagli relativi al calcolo, al versamento, al costo e alle detrazioni spettanti per i contributi stessi.
Calcolo contributi volontari Inps 2024: quanto costano?
Quanto costano i contributi volontari? L’importo è stabilito applicando l’aliquota di finanziamento all’importo medio della retribuzione imponibile che il lavoratore ha percepito nei 12 mesi precedenti l’inoltro della domanda. Il calcolo dei contributi volontari avviene, dunque, seguendo precisi criteri che variano in base alla tipologia di appartenenza del lavoratore. Iniziamo dai lavoratori dipendenti per i quali l’importo viene calcolato per settimana in base alle ultime 52 settimane di contribuzione obbligatoria. Non occorre necessariamente che le settimane siano collocate temporalmente all’interno dell’anno immediatamente precedente la data di presentazione della domanda. L’importo si trova applicando l’aliquota di finanziamento, che è stabilita per la contribuzione obbligatoria dalla gestione pensionistica di riferimento, all’importo della retribuzione media imponibile.
L’importo del contributo per artigiani e commercianti, lavoratori autonomi, è calcolato mensilmente ed è determinato dalla media dei redditi da impresa che sono stati denunciati ai fini Irpef negli ultimi tre anni di contribuzione antecedenti alla data di presentazione della domanda. Vengono applicate aliquote differenti in base all’età dell’artigiano o del commerciante e a seconda dell’età dei collaboratori, se inferiore o superiore ai 21 anni. Ad ogni aliquota corrisponde una delle otto classi di contribuzione predisposte in una tabella di contribuzione che è possibile visualizzare anche sul sito dell’Inps. Ciascuna classe tiene in considerazione, per ogni assicurato, la media dei redditi per i quali sono stati versati i contributi negli ultimi 36 mesi.
Per i coltivatori diretti, invece, si ritorna al contributo settimanale calcolato in base alla media dei redditi percepiti negli ultimi tre anni di lavoro. Da sottolineare che, in ogni caso, non potrà mai essere inferiore rispetto a quello previsto per i lavoratori dipendenti. Il calcolo avviene prendendo in considerazione le classi di reddito settimanali che di anno in anno sono stabilite dalla Legge.
Anche gli iscritti alla Gestione Separata, come detto in precedenza, possono versare contributi volontari. In questo caso, il calcolo avviene su base mensile ed è determinato applicando all’importo medio dei compensi che sono stati percepiti durante l’anno di contribuzione precedente all’inoltro della domanda, l’aliquota di finanziamento stabilita per i lavoratori che sono chiamati a sostenere il versamento obbligatorio e che non risultano iscritti ad un’altra forma di previdenza. Nel 2024 l’aliquota è pari al 33% per i collaboratori e al 25% per i professionisti con Partita Iva. Il versamento deve, poi, avvenire per trimestre solari.
Tutte le aliquote di cui abbiamo parlato si possono visualizzare nelle tabelle ad esse dedicate presenti sul sito Inps e indicanti tipologia del lavoratore e le classi di reddito. Una volta individuata l’aliquota di proprio interesse è possibile procedere al calcolo utilizzando i simulatori online per avere una idea più precisa di quanto costano i contributi volontari prima di procedere con l’inoltro della domanda di versamento.
Come avviene il versamento dei Contributi Volontari Inps 2024
Esistono delle date di scadenza entro le quali regolarizzare il pagamento dei contributi volontari. Ogni data dipende, nello specifico, dalla tipologia di contributo da pagare, se arretrati o correnti. Nel primo caso (parliamo dei contributi compresi tra la data di decorrenza dell’autorizzazione e il trimestre antecedente rispetto alla data del primo bollettino MAV prestampato) il pagamento deve essere effettuato entro e non oltre i tre mesi successivi a partire dalla data in cui la domanda è stata accolta. Nel secondo caso (contributi ogni quattro trimestri all’anno) la scadenza è suddivisa in trimestri. Il primo trimestre gennaio-febbraio-marzo presenta la scadenza il 30 giugno 2024, il secondo trimestre aprile- maggio- giugno prevede il pagamento entro il 30 settembre, il terzo trimestre luglio- agosto- settembre ha come scadenza il 31 dicembre mentre il quarto trimestre ottobre- novembre- dicembre obbliga al versamento entro il 31 marzo 2024.
Per quanto concerne, invece, il pagamento dei contributi volontari che coprono i periodi scoperti di contribuzione, questo si colloca nel semestre precedente la data di decorrenza dell’autorizzazione.
In prossimità delle scadenze, occorre, dunque, effettuare il versamento di pagamento scegliendo tra differenti modalità. Utilizzando il bollettino MAV, che prevede il pagamento dell’importo dovuto presso tutte le banche e senza alcuna commissione in più da pagare. E’ possibile stamparlo e modificarlo con i propri dati attraverso il sito ufficiale INPS, nella sezione “Portale Pagamenti”. Il pagamento, poi, potrà avvenire anche online utilizzando la carta di credito.
Una seconda modalità per procedere al versamento dei contributi volontari Inps per la pensione prevede una semplice telefonata al numero 803164 (gratuito da rete fissa) oppure al numero 06164164 se si chiama da rete mobile (il costo della chiamata sarà determinato dalla tariffa del proprio gestore telefonico) e l’utilizzo della carta di credito. Il lavoratore potrà, poi, sfruttare la modalità di pagamento immediato denominato pagoPA se è in possesso di carta di credito, di debito o di una prepagata oppure se vuole procedere al versamento tramite addebito in conto. Un altro sistema è l’avviso di pagamento pagoPA, che consente di versare i contributi tramite un Prestatore di Servizi di Pagamento (PSP) che risulta aderente al circuito pagoPA.
Un’ultima alternativa è recarsi presso le tabaccherie che presentano il logo “Servizi Inps” e hanno aderito al circuito “Reti Amiche”. In questo caso, sarà necessario presentare il codice fiscale e il codice di autorizzazione a procedere. Qualora si procedesse al pagamento del versamento dopo la data di scadenza verrebbe considerato nullo e rimborsabile.
Per richiedere l’autorizzazione al versamento, invece, occorrerà inviare telematicamente la domanda attraverso vari canali. Via web usufruendo dei servizi telematici presenti sul sito www.inps.it, chiamando il Contact Center Multimediale al numero 803164 oppure recandosi di persona dai patronati oppure dagli intermediari dell’Istituto e inoltrare telematicamente la domanda con il loro supporto. I documenti da affiancare alla richiesta sono:
- il modello CUD rilasciato dal datore di lavoro come certificazione della contribuzione che si è ricevuta nell’anno d’imposta antecedente alla domanda più il modello sostitutivo che attesti le retribuzioni che sono state erogate nell’anno di inoltro della domanda per i lavoratori dipendenti,
- le attestazioni di versamento dei contributi dell’ultimo anno di iscrizione all’interno degli elenchi di categoria per i lavoratori autonomi,
- il contratto di lavoro dopo essere stato vidimato dall’ispettorato del lavoro e la dichiarazione effettuata dal datore di lavoro per i lavoratori part-time.
Detrazioni previste per il versamento del Contributo Volontario Inps
I Contributi Volontari Inps ai fini pensionistici presentano diversi vantaggi. Risultano equivalenti ai contributi obbligatori nei termini di diritto alle prestazioni, dell’anzianità contributiva e della determinazione della retribuzione annua pensionabile, possono essere utilizzati per il raggiungimento del requisito contributivo per l’accesso alla pensione di vecchiaia, alla pensione anticipata (APE) e per raggiungere i 35 anni di contributi necessari per i lavori definiti “usuranti”. A questi vantaggi bisogna aggiungere la possibilità di usufruire di un interessante risparmio sociale.
I Contributi Volontari Inps, infatti, sono soggetti alle detrazioni fiscali rientrando tra gli oneri che si possono detrarre dal reddito complessivo per l’intero importo. Nella prossima dichiarazione dei redditi 2024, perciò, si potranno inserire i contributi versati nel 2017 tra le spese scaricabili utilizzando il modello 730 oppure il modello Unico. Non esistono limiti di importo che regolano la deducibilità dei versamenti effettuati per integrare la pensione. La detrazione andrà indicata inserendo oltre all’importo dei contributi assistenziali obbligatori anche l’importo versato per i contributi volontari all’interno del rigo che presenta la dicitura “Contributi previdenziali e assistenziali”.
Da segnalare, infine, una maggiore deducibilità dei contributi di previdenza complementare a favore dei lavoratori di prima occupazione in base a quanto stabilito da un decreto del 1° gennaio 2012. E’ prevista la possibilità di portare in deduzione dal reddito complessivo, nei 20 anni successivi al quinto di partecipazione alle varie forme di previdenza integrativa, i contributi che sono stati versati a queste ultime. Sarà possibile, dunque, utilizzare oltre all’ordinario plafond pari a 5.164,57 euro all’anno, un bonus aggiuntivo equivalente a 2.582,29 euro all’anno, fino a che il lavoratore non raggiunga la differenza positiva stimata tra l’importo di 25.822,85 euro e i contributi che sono stati effettivamente versati durante i primi 5 anni di partecipazione alle varie forme pensionistiche.