Verso la fine degli anni ‘90, precisamente con il decreto legge n.79 del 16 marzo 1999, conosciuto come il ‘decreto Bersani’ comincia il processo normativo legato alla liberalizzazione dei mercati di luce e gas. Nello specifico, sia le utenze domestiche che le imprese sono libere di scegliere a quale fornitore affidare l’erogazione di luce e gas. La scelta avviene ovviamente in base alle offerte proposte e quindi all’offerta commerciale più conveniente. Con la nascita del mercato libero si pone fine al servizio di maggior tutela per i clienti finali che saranno liberi di scegliere. Se invece il cliente non passa al mercato libero, si dice che è in regime di maggior tutela.
Prezzi luce e gas 2024: mercato tutelato e mercato libero
Ma vediamo qual è la differenza tra i due regimi: nel mercato tutelato le tariffe inerenti luce e gas sono definite dall’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA), sono equivalenti su tutto il territorio nazionale e vengono aggiornate su base trimestrale. Nel mercato libero invece, il prezzo viene deciso liberamente dal venditore sulla base della legge della domanda e dell’offerta. Scopo della liberalizzazione del mercato dell’energia elettrice e del gas è quello di favorire una forma di concorrenza tale da produrre per gli utenti finali una diminuzione dei prezzi al consumo. Il decreto Bersani Bis del 2007 ha concluso la liberalizzazione del mercato libero e ha sancito la separazione tra società distributrici e quelle fornitrici. Il passaggio tra servizio di maggior tutela e mercato libero è stato graduale, ma entro il 10 gennaio 2024 sarà obbligatorio per tutti il passaggio al mercato libero. Questa scadenza è rivolta soprattutto alle utenze domestiche che sono ancora legati al mercato tutelato. Effettuare il passaggio è semplice. Basta contattare un nuovo fornitore del mercato libero e sottoscrivere un nuovo contratto.
È necessario alla stipula del contratto fornire alcuni dati: Il codice POD ( per energia elettrica) o codice PDR ( per il gas); i dati anagrafici dell’intestatario del contratto di somministrazione; i dati catastali dell’immobile; il codice IBAN per eventuale domiciliazione delle utenze. L’intero passaggio sarà a cura della società prescelta. Il passaggio sarà a costo zero. Per coloro che non si adegueranno al passaggio stabilito al 10 gennaio 2024, sarà effettuata entro sei mesi una proposta di contratto con altro fornitore scelto attraverso una gara. Questa operazione prende il nome di servizio a tutele graduali.
Previsioni prezzi luce e gas 2024: aumenti o diminuzioni?
Come ogni transizione a livello nazionale ci sono non poche criticità. Una su tutte è stata sollevata dall’associazione dei Consumatori. Per esempio si è evidenziato il fatto che a luglio del 2024 il prezzo del gas è rincarato del 28,3 % rispetto a luglio 2022 a fronte di un crollo del prezzo del gas nello stesso periodo.
Le previsioni per il prossimo anno quindi non sono delle più rosee. Se infatti vi è stato un rallentamento dei rincari negli ultimi mesi del 2024, per l’anno 2024 sono previsti al contrario ulteriori rincari. La responsabilità maggiore è attribuibile ad un rincaro dei prezzi del petrolio, oltre che dal clima di incertezza che coinvolge tutta l’Europa. Basti pensare al conflitto in essere tra Russia ed Ucraina, alle condizioni meteorologiche sfavorevoli ( incendi, allagamenti, frane, ecc.). Sulla base di quanto detto, il petrolio rincara i prezzi al barile e questi aumenti si riflettono automaticamente su luce e gas. Da non dimenticare che lo sforzo post pandemia per tentare di dare nuova linfa all’economia, fa aumentare la richiesta delle materie prime e questo giustifica i rincari purtroppo attesi per il prossimo anno.
Da utenti possiamo adottare delle regole per contenere il più possibile i prezzi di energia elettrica e gas. Intanto confrontare varie offerte delle aziende del mercato libero per scegliere quella che sembra davvero più conveniente; Adottare contatori Smart per tenere sotto controllo costantemente i consumi; Adottare comportamenti virtuosi per evitare inutili e dispendiosi sprechi.
Il governo italiano ha messo in atto delle misure per le famiglie ( ad esempio il bonus sociale per le bollette e la riduzione dell’aliquota iva sull’energia elettrica). Ovviamente queste misure sono davvero insufficienti per contrastare il caro bollette.
Resta quindi una responsabilità delle famiglie italiane ridurre i consumi limitandoli a quelli realmente necessari, senza sprechi inutili. Il rincaro dei prezzi in generale è diventato un problema per le famiglie italiane, dal momento che la ripresa economica del post pandemia non è ancora da definirsi effettivamente finita. Tutt’altro: non sono poche le persone che faticano a riprendere le normali attività lavorative che sono state messe in ginocchio durante il covid, senza considerare quelle che a causa della pandemia hanno perso il lavoro e non sono ancora riusciti a ricollocarsi. Da parte dei nostri governanti possiamo auspicare che si lavori con un impegno reale ad investire su fonti di energia rinnovabili onde evitare di dover dipendere da mercati stranieri per l’importazione delle materie prime come il gas naturale.